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Lotta alla violenza. A Forlimpopoli Donne Impresa a confronto con le amministrazioni locali
Nella provincia di Forlì-Cesena sono attive 8524 imprese femminili, di cui oltre 2 mila sono artigiane. Il 9% di queste sono guidate da under 40, il 12% è a conduzione straniera. La fotografia scattata dall’ufficio studi di Confartigianato evidenzia un mercato vivo, che sta resistendo alle crisi che si susseguono, con coraggio e caparbietà. Ma l’intraprendenza si scontra con una realtà ancora molto complessa per le donne, fatta di conciliazione fra tempi di vita e lavoro di cura, nei confronti dei figli o dei genitori anziani, conciliazione non sempre percorribile e che costringe ancora troppe lavoratrici ad abbandonare la carriera professionale. Spiega la presidente del movimento Donne Impresa di Confartigianato di Forlì Diana Lolli “il lavoro è fondamentale per consentire alle donne di non dipendere economicamente da mariti e compagni. Una donna vittima di violenza su tre è a reddito zero (32,9%) e meno del 40% può contare su un reddito sicuro. Il reddito di libertà, recentemente introdotto, è un primo passo, ma l’obiettivo è offrire a queste donne l’opportunità di seguire un percorso formativo che favorisca l’ingresso nel mondo del lavoro. Per questo Donne Impresa Confartigianato sta lavorando per creare assieme alle istituzioni locali un punto di contatto per consentire alle imprenditrici di mettere a disposizione le proprie competenze, aiutando chi vive una situazione di abuso ad affrancarsene.”
Proprio per avviare un confronto con le istituzioni locali Donne Impresa ha incontrato, giovedì 17 marzo, l’assessora del comune artusiano Sara Pignatari e l’assessora Sara Londrillo di Bertinoro e in rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri il maresciallo Matteo Renzi, durante la cerimonia per l’installazione della teca contenente un paio di scarpette rosse, simbolo della lotta alla violenza, nella sede zonale di Confartigianato Forlimpopoli.
Conclude la presidente Lolli “l’incontro è stato l’occasione per ribadire la piena disponibilità di Confartigianato Forlì a collaborare attivamente ai progetti avviati dai comuni per allontanare le donne abusate da situazioni di pericolo, affinché non debbano avere mai più timore di ritorsioni.”
L’autotrasporto attende l’attuazione dei provvedimenti promessi per superare l’emergenza
L’autotrasporto merci ha sempre vissuto momenti critici, ma è difficile ricordare una situazione quale l’attuale, tra l’emergenza pandemica e quella generata dal caro-carburanti, acuita anche dal conflitto bellico in Ucraina. Confartigianato Trasporti e CNA-FITA evidenziano come le imprese del settore siano andate in grande sofferenza a causa degli insostenibili aumenti del costo dei carburanti, aumenti che numerosi committenti difficilmente riconoscono. Nonostante questa situazione sia stata segnalata da tempo al Governo, è stata purtroppo sottovalutata.
L’Esecutivo si è concentrato infatti sul caro-bollette di imprese e famiglie, trascurando il grido d’allarme del settore sul caro carburanti. Con conseguenze immediate: alcune imprese hanno tenuto fermi gli autoveicoli, dal momento che avrebbero viaggiato decisamente sottocosto. In altri territori sono state organizzate autonomamente iniziative di protesta, anche con blocchi alla circolazione stradale, che hanno determinato disagi. Le associazioni del Trasporto hanno invece responsabilmente evitato di esasperare le tensioni esistenti, privilegiando la via del dialogo con il Governo, che ha attivato un tavolo di confronto. Dopo alcuni interventi limitati e non adeguati all’emergenza, per 80 milioni di euro, e nuovi annunci e promesse del Governo, UNATRAS, il coordinamento associativo dell’Autotrasporto, cui CONFARTIGIANATO TRASPORTI e CNA-FITA fanno parte, ha rotto gli indugi, proclamando il fermo dei servizi a partire dal 4 aprile prossimo. Con estrema urgenza il MIMS ha riconvocato le Associazioni del settore, e, dopo una giornata e un incontro incalzante, UNATRAS ha deciso di siglare con la Vice-Ministra Bellanova un protocollo d’intesa, alla luce dei provvedimenti di natura sia economica sia regolamentare, illustrati e anticipati.
Le imprese di autotrasporto merci del nostro territorio, attendono il varo dei decreti annunciati, contenenti provvedimenti d’urgenza. Si tratta di un intervento emergenziale e temporaneo, che riduce di 25 centesimi al litro il costo delle accise a carico dell’utenza, con provvedimenti mirati per il settore dell’autotrasporto di cui siamo in attesa di conoscere la portata economica. Decreti utili a garantire, nei contratti scritti, l’obbligatorietà della clausola di adeguamento del costo del carburante e la tutela della parte più debole in caso di contratti non scritti, con l’introduzione dell’obbligo di adozione di costi di riferimento pubblicati e aggiornati dal Ministero. Confartigianato trasporti e Cna-Fita concludono “in tempi brevissimi avremo modo di verificare la bontà di questi propositi, sottoscritti dal Governo e, solo in caso di positivo recepimento, si potrà dare un giudizio positivo sull’accordo. Attendiamo quindi fatti concreti”. Le associazioni evidenziano, come ribadito nel recente incontro con il Prefetto Dott. Antonio Corona, il ruolo del sistema associativo nella nostra provincia che punta a risultati concreti per le imprese, evitando iniziative che si collocano fuori della legalità.
Luca Facciani – Presidente Confartigianato Trasporti Cesena
Paolo Andreini – Presidente FITA-CNA Forlì-Cesena
Emanuele Turci – Presidente Confartigianato Trasporti Forlì
Confartigianato Trasporti e CNA FITA incontrano il Prefetto di Forlì-Cesena
Si è svolto stamattina, in videoconferenza, un incontro tra le associazioni del territorio Confartigianato Trasporti e CNA FITA, aderenti a Unatras e il Prefetto di Forlì-Cesena, Antonio Corona. L’incontro, organizzato in maniera tempestiva a seguito della richiesta degli autotrasportatori alla Prefettura, ha permesso un confronto diretto ed efficace tra le rappresentanze associative e il Prefetto, mettendo in evidenza il malessere e la tensione che la categoria sta vivendo a causa degli aumenti insostenibili dei costi connessi allo svolgimento dei trasporti. I partecipanti hanno illustrato al Prefetto Corona i dettagli della trattativa sindacale a livello nazionale con il Governo, del suo sviluppo e delle prossime tappe, nonché dei contenuti di tale trattativa, che hanno come obiettivo oltre a un sostegno immediato sui costi del carburante, anche la definizione di regole certe per un settore che da sempre soffre tariffe basse e costi sempre più alti. Si sono anche evidenziati i rischi, a livello territoriale, di una situazione esasperata a causa dei numerosi operatori del settore che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi, dovuti ai forti aumenti. Tale situazione potrebbe portare a blocchi spontanei o, nella peggiore delle ipotesi, a iniziative che possono innescare episodi di violenza.
Il Prefetto, a cui va un sentito ringraziamento, si è fatto garante del mantenimento dell’ordine sul territorio e ha confermato che si farà portavoce delle istanze presentate dagli autotrasportatori nei confronti delle competenti Istituzioni.
CNA FITA Forlì-Cesena
Confartigianato Trasporti Cesena
Confartigianato Trasporti Forlì
8 marzo e lavoro, le imprenditrici non si arrendono alla crisi
Le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa, con 1,4 milioni di lavoratrici indipendenti, davanti a 1,2 milioni della Francia e a 1 milione di Germania e Spagna. Ma sono anche quelle che hanno pagato il prezzo più alto della crisi pandemica: tra settembre 2019 e settembre 2021, l’occupazione femminile indipendente è diminuita del 7,8%, a fronte del calo del 6,1% registrato dalla componente maschile.
Il trend del lavoro femminile indipendente è fotografato da un’analisi dell’ufficio studi di Confartigianato dalla quale emergono le difficoltà e gli sforzi per recuperare il terreno perduto nel corso dei 23 mesi di pandemia. Chiarisce la coordinatrice di Donne Impresa Confartigianato Forlì Fabiola Foschi “lo studio ha approfondito, in particolare, l’impegno delle 219.198 imprese artigiane guidate da donne che stanno vivendo una fase ancora incerta sul fronte della ripresa ma che sono molto determinate a rilanciare la propria attività. Nel 2021 molte di queste imprese non sono state in grado di recuperare i livelli di fatturato del 2019, infatti la maggior presenza di artigianato capitanato da donne è nei settori più colpiti dalla crisi Covid-19, come quello del benessere e della moda. Prima la pandemia, poi il rialzo insostenibile dei prezzi e ora la drammatica vicenda dell’Ucraina che, oltre alla tragedia umanitaria, ha pesanti conseguenze economiche: dal rialzo dei prezzi alla scarsità di materie energetiche, finendo per abbattersi sulle aziende che hanno rapporti commerciali con la Russia.” E conclude “La fatica delle donne nel conciliare tempi di vita e di lavoro oggi si aggrava per la difficoltà nel gestire il susseguirsi delle crisi, ma le imprenditrici artigiane non si arrendono. La rilevazione di Confartigianato evidenzia segnali di resilienza e capacità di reazione superiori a quelle dei colleghi maschi. Il 61,2% delle imprenditrici si dice, infatti, pronta ad adottare azioni di sviluppo per la propria azienda. Le donne alla guida di piccole imprese puntano soprattutto a migliorare la qualità del personale con attività di formazione, nuove assunzioni e a cambiare l’organizzazione interna dell’azienda.”
Donne Impresa Confartigianato Forlì dice no alla violenza
Donne Impresa Confartigianato Forlì, il movimento che rappresenta le imprenditrici associate, promuove un’iniziativa di sensibilizzazione per dire no alla violenza. In tutti le sedi e mandamenti dell’associazione forlivese saranno alloggiate delle teche contenenti un paio di scarpe rosse con il messaggio “NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE” per ricordare che, ogni giorno, una donna può trovarsi in una situazione di difficoltà e che chiunque sospetti o venga a conoscenza di questa realtà non deve voltarsi dall’altra parte, ma prestarle soccorso, anche con una semplice telefonata.
Spiega la presidente del movimento Donne Impresa, Diana Lolli “cogliamo l’occasione della vicina festività dell’8 marzo per riportare l’attenzione sul tema della violenza ai danni della donna. Violenza che ha molte forme, non solo quella fisica, terribile, che in un crescendo di maltrattamenti rischia di sfociare nell’irreparabile, ma anche quella psicologica, che crea una situazione di sudditanza nei confronti del carnefice. Mobbing, stalking, minacce e tutte quelle forme di condizionamento più o meno nascoste che, reiterate nel tempo con sistematicità, producono uno stato di soggezione della vittima.” Continua la presidente “subire condotte maltrattanti produce un grave e perdurante stato d’ansia che spesso costringe a cambiare le proprie abitudini di vita. Chi entra in contatto con persone maltrattate non può ignorare questi segnali, la vittima spesso si sente sola e in balia degli eventi, fornire vicinanza è fondamentale. E, se non si può intervenire direttamente, non si deve aver paura di denunciare: una telefonata ai numeri di emergenza può liberare la donna da un incubo.”
Proprio per dare massima diffusione ai numeri di emergenza, Donne Impresa ha realizzato un biglietto da visita che sintetizza il messaggio e che raccoglie tutti i numeri utili a livello locale e nazionale. Conclude la presidente “a breve saranno distribuiti in tutti i comuni del comprensorio; la dimensione del biglietto è tale da poter essere facilmente nascosto e conservato in tasca, per essere utilizzato in condizioni di sicurezza”. La coordinatrice del movimento Fabiola Foschi spiega “la violenza, che sia fisica, morale o psicologica, si contrasta garantendo alle donne il diritto allo studio, al lavoro e a una migliore conciliazione con i tempi da dedicare alla vita e alla famiglia. Donne Impresa Confartigianato tra i propri obiettivi ha proprio il sostegno all’empowerment economico e sociale delle donne e la loro partecipazione allo sviluppo dell’imprenditoria con un approccio che tiene conto del loro ruolo produttivo ma anche dell’enorme contributo all’economia offerto dal lavoro non retribuito di cura di figli e degli anziani, della distribuzione del tempo di lavoro e quello personale e delle aspirazioni delle giovani. Va considerata la complessità della vita delle donne che, quotidianamente, affrontano ostacoli, barriere, discriminazioni, che si scontrano con le potenzialità e le ambizioni, influenzando il rafforzamento del ruolo femminile nella società. La responsabilità del lavoro di cura in ambito familiare è spesso causa di abbandono della vita professionale o, quanto meno, del ridimensionamento delle proprie aspirazioni di carriera. Politiche maggiormente attente ai bisogni delle donne impegnate anche in attività di accudimento, devono essere un primo segnale da parte delle istituzioni.” Donne Impresa, dal 1996, si batte per affermare una significativa rappresentanza delle donne nelle istituzioni e nelle sedi decisionali, per costruire un sistema di welfare che permetta alle imprenditrici di esprimere nel lavoro e nell’impresa le proprie potenzialità, realizzando un percorso di crescita personale e offrendo il proprio contributo allo sviluppo economico e sociale. Inevitabile che, con il moltiplicarsi di casi di violenza ai danni delle donne, ci sia stato un intervento attivo sul tema. Conclude la coordinatrice “In Italia le donne vittime di omicidio volontario nel 2021 sono state 116, 112 nel 2020, 111 nel 2019 e 133 nel 2018. Numeri che devono far riflettere, numeri dietro ai quali ci sono persone che hanno perso la vita per mano di chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro. L'iniziativa “NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE” mira a dimostrare vicinanza alle famiglie delle vittime; chiediamo di intervenire a livello legislativo affinché quanto sancito dal Codice Rosso sia applicato e che le vittime una volta fatta denuncia, possano godere di un'adeguata protezione che a oggi non c'è. Portiamo avanti all'unisono un grido di speranza per la nostra società e i nostri figli. Per impedire che questa scia di sangue si allunghi è necessario non aver timore di denunciare, anche da parte di chi assiste.”
ANCoS esprime forte preoccupazione per l’escalation del conflitto in Ucraina
ANCoS, associazione di promozione sociale di Confartigianato, esprime forte preoccupazione per le sorti del popolo Ucraino. “Questo nuovo sanguinoso conflitto ci rammarica e rattrista. È una delle pagine più buie della storia dell’Europa degli ultimi 20 anni – ha dichiarato il presidente Enrico Inferrera– nell’odierna riunione del consiglio direttivo nazionale. L’uso della forza militare contro civili inermi è inaccettabile e speriamo vivamente che al più presto prevalga la ragione e il buon senso, e si inneschi un processo di pace, favorendo alle armi una risoluzione diplomatica”. ANCoS “condanna e ripudia la guerra in ogni sua forma”, così come espresso nell’articolo 11 della nostra Costituzione ed è vicina a tutti i giovani Ucraini che in questo momento soffrono. La vicinanza della nostra Associazione si concretizzerà nel breve attraverso iniziative di solidarietà sociali a sostegno del popolo ucraino.
Le violenze in corso stanno provocando sofferenze immani alla popolazione civile, nonché al mondo del volontariato e dello sport. ANCoS valuterà le possibili azioni che potranno essere intraprese a sostegno delle famiglie e ai bambini dell’Ucraina.
Confartigianato e Cna: “Non bloccare il lavoro e la crescita della filiera della casa”
La filiera produttiva della casa, in ripresa anche grazie al superbonus, è in allarme per le nuove limitazioni all’utilizzo dell’importante sostegno. Confartigianato Forlì, Cesena e Rimini e Cna Forlì-Cesena e Rimini, come sempre a fianco delle imprese, sono impegnate in azioni congiunte per chiedere la modifica dell’articolo 28 del Decreto Sostegni ter che, pur con il condivisibile e doveroso intento di evitare le frodi nell’utilizzo dei bonus edilizia e riqualificazione energetica, limita ad una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali. Le rispettive Confederazioni hanno chiesto al Parlamento e al Governo di sbloccare la cessione dei crediti per non arrestare la crescita e il lavoro delle imprese. La mobilitazione ora si intensifica con iniziative di denuncia e sensibilizzazione in tutta Italia, che stanno prendendo corpo anche nei nostri territori.
“È stato redatto una manifesto comune – spiegano Confartigianato e Cna - che verrà diffuso ai rappresentanti delle istituzioni su tutto il territorio e ai parlamentari locali - nel quale sono indicati almeno dieci motivi per correggere la norma e prevedere controlli efficaci contro le truffe. Modalità e criteri per il riconoscimento dei benefici sono stati oggetto di modifica ripetutamente solo nell’ultimo mese contribuendo ad alimentare incertezza tra le imprese ed i cittadini. In relazione a ipotesi di un nuovo provvedimento a breve per sbloccare le operazioni di cessione del credito, abbiamo richiesto al Governo la convocazione di artigiani e piccole imprese per un confronto costruttivo per individuare le soluzioni più efficaci per non bloccare il mercato.
“Nel Manifesto – spiegano Cna e Confartigianato – vengono illustrati i dieci motivi per correggere l’articolo 28 del decreto sostegni ter. La prima ragione è che i cambi in corsa nelle regole disorientano le imprese e la stabilità normativa, indispensabile per consumatori e imprenditori. È necessario dunque garantire stabilità al quadro normativo di riferimento, nell’interesse dei cittadini e degli operatori economici. Tutta la filiera della casa rischia di essere compromessa e non ci sono solo danni economici: è in gioco infatti anche la reputazione delle imprese. Sono a rischio liquidità e programmi di sviluppo delle imprese, e vengono colpiti gli operatori onesti e responsabili, mentre aumenta la sfiducia verso un efficace strumento per la transizione green, e ciò rischia di far rallentare pure la corsa virtuosa verso obiettivi di risparmio ed efficienza energetica”.
“Ultimo motivo ma non meno importante del decalogo del Manifesto a supporto delle nostre richieste - affermano Confartigianato di Forlì, Cesena e Rimini e Cna di Forlì-Cesena e Rimini – è scongiurare che l’accesso agli incentivi possa diventare elitario. Il blocco delle cessioni comporta infatti la rinuncia ad effettuare gli interventi da parte di quei cittadini che solo con lo sconto in fattura potevano permettersi di attuarli. E in questo modo l’accesso agli incentivi diverrà di nicchia, negando i principi di sostenibilità sociale, economica e ambientale che li ispirano”.
Green pass: no a polemiche che sfociano nella violenza
Il recente linciaggio mediatico subito da una azienda associata a Confartigianato di Forlì, Interlinea Srl, per aver commercializzato un dispositivo che agevola il controllo del green pass, impone una riflessione. Ci troviamo ad affrontare una situazione emergenziale, una pandemia mondiale che, solo nel 2019, pareva la trama di un thriller catastrofista hollywoodiano.
Pandemia che gli esperti in virologia, i ricercatori, i medici, gli scienziati hanno studiato e affrontato con celerità, proprio per contrastare l'aggressività di questo morbo, che ha portato al decesso di molte persone. Troppe. Affrontare qualcosa di così inedito, ha portato necessariamente a una serie di prove, che, talvolta, non si sono rivelate così efficaci. Ma continuare a polemizzare con chi fa rispettare le leggi, implica in primo luogo la totale mancanza di fiducia nelle istituzioni che ci governano, in secondo luogo attribuire strumentalmente, a chi lavora nel rispetto delle norme, la "colpa" di avere fiducia in chi promulga questi dettami.
Viviamo in uno stato democratico, disciplinato da un corpus normativo al quale tutti dobbiamo sottostare. Diversamente ci sarebbe l'anarchia. È lecito manifestare civilmente contro provvedimenti che non si ritengono adeguati, come spesso facciamo come associazione in materia fiscale o lavoristica o persino contro l'aumento dei costi delle materie prime. Temi sui quali siamo competenti e sui quali interveniamo con cognizione di causa. Non così in materia sanitaria, per la quale ci affidiamo al pool di esperti messi in campo dalle nostre istituzioni.
Per questo condanniamo con forza l'attacco violento subito da chi si adopera per snellire le procedure per adempiere alle leggi stabilite dalle istituzioni, auspicando che, chi ha trasceso in toni e contenuti, venga individuato e sanzionato. Non è libertà di espressione augurare la morte a una persona, in nessun contesto.
Il presidente di Confartigianato di Forlì Luca Morigi
Segnali positivi dal mercato del lavoro. Occupazione, microimprese sostengono il rilancio
La ripresa dell’economia si riverbera positivamente sul mercato del lavoro, con un incremento dell’1% degli occupati nel 2021 e dell’1,5% nel 2022. Il recupero della domanda di lavoro è confermato dall’analisi dai più recenti dati Istat: a novembre 2021 si registra una crescita dell’occupazione del +0,3% rispetto al mese precedente, pari a 64 mila unità in più, con un segnale di recupero per l’occupazione indipendente (+1,3%), segmento che ha maggiormente sofferto gli effetti della pandemia.
Le micro e piccole imprese sono protagoniste della ripresa post-pandemia, nel terzo trimestre del 2021 le posizioni lavorative salgono per tutte le classi dimensionali d’impresa e il maggiore aumento, in termini assoluti, si riscontra fra le microimprese fino a nove dipendenti (+192 mila). Marco Valenti, segretario di Confartigianato Forlì, evidenzia “nel trend delle nuove assunzioni previste dalle imprese emiliano-romagnole con dipendenti, a livello settoriale, emerge il settore delle costruzioni con un incremento del 29,8% delle entrate previste tra dicembre 2021 e febbraio 2022, rispetto allo stesso periodo pre crisi (dicembre 2019-febbraio 2020). L’edilizia, sostenuta dall’effetto dei bonus, è in piena espansione, tanto che, a fronte di una crescente ricerca di nuove figure da inserire nelle imprese del settore, si rileva il difficile reperimento di operai specializzati nella manutenzione degli edifici.” Ma il fermento del mercato del lavoro riguarda anche gli altri ambiti, continua Valenti “il 46,6% di richieste di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine è di difficile reperimento, in aumento rispetto al 42,3% del mese precedente e al 38,8% di un anno prima. La quota di micro e piccole imprese manifatturiere che segnalano ostacoli all’attività, causata dalla scarsità di manodopera, sale ai massimi degli ultimi 19 anni."
Statale 67 Una sinergia di intenti per impedire che sia di nuovo dimenticata
L’esempio della Strada Statale 67 evidenzia un dato: quando un territorio lavora per il raggiungimento di un obiettivo, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali con iniziative di livello, i risultati seguono. Il tema dell’ammodernamento della Statale è oggi finalmente stato riportato in auge, con l’interrogazione in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati e la promessa, da parte della Regione, di istituire un tavolo di lavoro che coinvolga anche gli amministratori locali, per lavorare assieme al futuro del collegamento intervallivo. “Provvedimenti che vanno nella direzione auspicata da Confartigianato di Forlì”, chiarisce il segretario Marco Valenti “come Associazione siamo impegnati da oltre 20 anni a tenere alta l’attenzione sul tema, convinti dell’importanza di garantire infrastrutture efficienti anche a chi sceglie di fare impresa in montagna e nelle aree interne.” Il tema della valorizzazione dei comuni montani è al centro dell’azione associativa, consapevoli che le imprese artigiane non sono soltanto parte del sistema produttivo, ma sono un fattore decisivo di coesione e di sviluppo per i territori montani e le aree interne.
Riprende Valenti “siamo grati ai politici locali che hanno preso a cuore la vicenda, facendo cassa di risonanza al tema nei diversi consessi in cui operano, dai consigli comunali, alla Regione sino al Governo centrale, nonché all’incessante lavoro del comitato civico, nato proprio in difesa della Statale. La vitalità di un territorio non può prescindere dalla piccola impresa, sia nel garantire servizi, sia nel creare posti di lavoro; un sistema viario sicuro, che consenta il transito anche ai mezzi pesanti indispensabili per l'approvvigionamento delle materie prime e per la consegna delle commesse è precondizione affinché gli insediamenti produttivi continuino a operare.”
E conclude “in questi anni abbiamo assistito al progressivo spopolamento dell’Appennino, legato anche a chiusure di realtà imprenditoriali di rilievo, un trend che pare in lieve flessione a seguito della riscoperta dei piccoli comuni durante la pandemia, vogliamo provare a ripartire da qui, lavorando per rendere maggiormente attrattive le nostre realtà collinari e montane.”