Stampa 2022
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Caro energia, Confartigianato lancia la campagna di sensibilizzazione

Confartigianato lancia la campagna di sensibilizzazione sugli effetti del caro energia con lo slogan “non togliete energia allo sviluppo del Paese”. Spiega il segretario dell’associazione forlivese Mauro Collina “è un grido d’allarme nei confronti degli schieramenti impegnati nella campagna elettorale. In 12 mesi le micro e piccole imprese hanno visto lievitare i costi per l’energia elettrica di 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Rincari senza precedenti che rischiano di raddoppiare qualora nei prossimi quattro mesi la corsa dei prezzi non si arresti.” L’ufficio studi di Confartigianato ha calcolato l’impatto sulle MPI della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas, evidenziando che gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traduce in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro, pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI. Tra le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità supera il miliardo di euro. C’è anche l’Emilia-Romagna con 1,9 miliardi, i settori maggiormente colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

Continua Collina “la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica nel nostro Paese non trova riscontro in Europa: a fronte di un aumento dell’85,3% si registra il +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia. Una situazione non più sopportabile dagli imprenditori, è fondamentale riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare il rischio chiusura per migliaia di imprese”.

Tra le priorità richieste da Confartigianato l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Conclude Collina “indispensabile individuare un tetto europeo al prezzo del gas, recuperando il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. Occorrono responsabilità e solidarietà da parte delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione. Non è più procrastinabile la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno.”


Imprese più forti della crisi, autoriparazione in crescita

Il mercato dell’auto è stato coinvolto dalla recessione causata dalla pandemia registrando nel 2021 un flusso di immatricolazioni del 23,5% inferiore rispetto a quello del 2019. In parallelo, nell’arco degli ultimi due anni si è registrato un profondo mutamento nella composizione del mercato: l’analisi dell’ufficio studi di Confartigianato indica che il mondo delle auto ibride elettriche, ibride elettriche plug-in ed elettriche, grazie al sistema degli incentivi, è arrivato a pesare per il 42,1% delle immatricolazioni di autovetture degli ultimi dodici mesi, avvicinando il 47,8% delle autovetture alimentate a benzina e diesel; nel 2019 la quota delle immatricolazioni di ibride ed elettriche si fermava al 6,6%. Chiarisce Alberto Camporesi responsabile del settore “oltre la metà delle imprese della filiera dell’auto, opera nell’autoriparazione: nel 2021 nel comparto della manutenzione e riparazione di autoveicoli contava più di 92 mila imprese, con un’alta vocazione artigiana: oltre 70 mila imprese che rappresentano i tre quarti (76,5%) del comparto.”. Il settore della manutenzione autoveicoli sta recuperando fatturato, i dati indicano un incremento del 2,7% nel quarto trimestre del 2021, dopo il +4,6% segnato nel trimestre precedente avvicinandosi ai livelli precedenti allo scoppio della pandemia, risultando dell’1,5% inferiore rispetto al quarto trimestre 2019. Continua Camporesi “le perdite registrate dalle imprese dell’autoriparazione nel corso della recessione sono state pesanti, cumulando nel biennio della pandemia minori ricavi per 2,7 miliardi di euro rispetto al livello di fatturato del 2019, di cui 2,1 miliardi nel 2020. Fondamentale segnalare che, nonostante l’impennata dei prezzi, i costi della manutenzione auto in Italia segnano un aumento contenuto al +2,6%, di 1,3 punti inferiore rispetto all’Eurozona.” Tuttavia, le strozzature delle filiere globali, la transizione energetica e l’escalation dei prezzi dell’energia – accelerata dallo scoppio della guerra in Ucraina – evidenziano criticità che interessano il mondo dell’auto. Sul fronte dei prezzi delle commodities, sull’aumento dei prezzi del rame, cresciuti del 18% all’anno tra il 2019 e il 2022 influisce l’accelerazione della domanda legata alla produzione di veicoli elettrici e punti di ricarica, oltre a quella indotta dalla produzione di impianti per il solare e l’eolico. Conclude Camporesi “la crescente digitalizzazione dei processi produttivi e l’intensificazione della domanda di apparecchiature elettroniche conseguente alla pandemia, coniugate con il calo della produzione in Asia, hanno determinato una carenza di semiconduttori, causando ritardi nella produzione mondiale di automobili e di macchinari. L’autoriparazione conta 206.533 addetti, pari a oltre un terzo (37,4%) del totale degli addetti della filiera dell’auto e per oltre la metà (55,5%) sono in imprese che effettuano riparazioni meccaniche (114.711 addetti). Nel 2021 le imprese hanno ricercato 35.590 meccanici artigianali, riparatori di automobili, di cui 22.780, pari al 64%, sono risultate di difficile reperimento.” Tra le professioni maggiormente richieste, quella dei meccanici e manutentori di automobili registra la più elevata quota di domanda di giovani under 30 (41,9%).