Tutta l’informazione per la tua impresa
Stampa
2019
Pagina 17
Rassegna stampa 17 luglio 2019
Rassegna stampa 16 luglio 2019
Rassegna stampa 15 luglio 2019
Rassegna stampa 14 luglio 2019
Rassegna stampa 13 luglio 2019
Rassegna stampa 12 luglio 2019
Ecobonus e sismabonus: a rischio la concorrenza
Lo sconto in fattura per i lavori relativi a ecobonus e sismabonus rischia di distorcere la concorrenza a danno dei piccoli imprenditori.
A sostenerlo è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che riconosce e condivide le ragioni espresse da Confartigianato in merito all’articolo 10 del Decreto Crescita. Secondo l’Autorità Antitrust la norma, nella sua attuale formulazione, appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di più grandi dimensioni. Confartigianato si è resa promotrice di una segnalazione al Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Roberto Rustichelli in merito alla nuova legge che prevede che, per i lavori di riqualificazione energetica o antisismici si possa chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. L’impresa potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari. Nella nuova segnalazione all’Antitrust, la Confederazione sottolinea che questo meccanismo penalizza, escludendole dal mercato, le migliaia di piccole imprese del ‘sistema casa’ che solo per scarsa liquidità finanziaria e insufficiente capienza fiscale per compensare il credito d’imposta non saranno in grado di praticare lo sconto. Ciò a vantaggio dei fornitori più strutturati e dotati di elevata capacità organizzativa e finanziaria (ad esempio le grandi multiutility e le multinazionali del ‘fai da te’) che saranno in condizione di anticipare la liquidità necessaria a integrare lo sconto. Confartigianato considera irrealizzabile, nella pratica concreta, anche l’ulteriore cessione del credito ai fornitori delle piccole imprese, poiché, in generale, nessun fornitore si accollerà né il credito né gli oneri finanziari e i relativi rischi dell’operazione. La misura sull’ecobonus finisce così per contraddire l’obiettivo del Decreto crescita che punta a rilanciare l’economia del settore delle costruzioni, favorendo contemporaneamente l’innovazione e la sostenibilità del patrimonio immobiliare italiano e il rilancio dei consumi. Proprio l’Antitrust è intervenuta in sede di discussione parlamentare, evidenziando che la norma del Decreto Crescita “appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di più grandi dimensioni”. Nell’apprezzare la pronuncia dell’Autorità, Confartigianato è al lavoro affinché l‘attuale impostazione della misura sull’ecobonus possa essere rivista al più presto e prima che l’Agenzia delle Entrate intervenga emanando il provvedimento di attuazione.
Rassegna stampa 11 luglio 2019
Rassegna stampa 10 luglio 2019
Plastica e chimica: si consolida l’utilizzo di nuove tecnologie
Rinnovato il consiglio del settore plastica chimica, Massimo Gardini e Alberto Argnani sono i due rappresentanti della categoria, recentemente eletti.
Il settore si caratterizza per il crescente utilizzo di nuove tecnologie digitali. Dato che trova conferma nell’introduzione, all’interno del questionario 2018 della rilevazione annuale dell’Istat sull'utilizzo delle tecnologie informatiche, dei quesiti relativi all’utilizzo della robotica nelle imprese. L'esame dei dati evidenzia che, nel settore manifatturiero, i robot sono utilizzati dal 16% delle piccole imprese, stimabili in circa 9.500 piccole imprese tra 10 e 49 addetti robotizzate, di cui oltre un terzo (36,4% pari a circa 3.500 unità) sono realtà artigiane. Le piccole imprese utilizzano maggiormente i robot nelle applicazioni di automazione industriale (13,1%), mentre è più limitato (4,1%) l’uso di quelli di servizio. I settori dove gli automi sono maggiormente presenti sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (41,4% delle imprese), la metallurgia e prodotti in metallo (29,2%), per le apparecchiature elettriche e macchinari (24,2%), nella petrolchimica (21%), poi nel comparto informatico, computer ed elettronica (19%). Dai dati in possesso di Confartigianato emerge che le piccole imprese hanno bisogno di personale. Ciò che fa difetto sono le competenze. Per arrivare a raggiungere un livello adeguato, si deve passare per il contratto di apprendistato, che è stato letteralmente massacrato dal Jobs Act. Le figure che mancano sono quelle vicine alle nuove tecnologie, alla programmazione, alle macchine a controllo numerico. Ma si rendono necessari anche gli analisti di software e i tecnici per sostenere i comparti in forte evoluzione.