Siccità e crisi idrica, l'impatto sulle imprese
La Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo, quest’anno è caratterizzata da una grave crisi idrica conseguente alla siccità. Lo scorso 1° marzo il Governo ha istituito una Cabina di regia per intervenire sulla crisi idrica conseguente alla siccità in corso.
Nel Centro-Nord, dove la severità idrica è media, nei dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua (con il 69,3% dei consumi di acqua delle imprese di produzione), operano 91mila imprese con 1 milione 108mila addetti, l’87,3% dell’occupazione nazionale di questo raggruppamento settoriale. Nei settori in esame nel Centro Nord le esportazioni del 2022 valgono 197,6 miliardi di euro, l’83,5% dell’export italiano in questi settori e il 27,8% del totale delle esportazioni dei prodotti manifatturieri made in Italy. In questo perimetro di settori water intensive, nel Centro Nord operano 55mila imprese artigiane, pari al 60,4% delle imprese. In relazione al fabbisogno di acqua, nel terziario vanno considerate le imprese dei servizi alla persona di lavanderie, acconciatori ed estetisti, in cui si registra un maggiore consumo di acqua per uso imprenditoriale. Nel 2022 la produzione di energia idroelettrica è crollata del 37,7%. La minore produzione idrica per 16.919 GWh è stata solo in minima parte compensata dall’aumento di 2.919 GWh da fotovoltaico, mentre cala (-366 GWh) la produzione eolica. La copertura del fabbisogno delle fonti rinnovabili è scesa dal 35,4% del 2021 al 31,1% del 2022. Nei primi due mesi del 2023 la produzione idrica si riduce del 6,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per fronteggiare l’emergenza idrica, ridurre le perdite e gli sprechi e riammodernare la rete delle infrastrutture idriche servono investimenti pubblici. In Italia la spesa pubblica per la gestione dell’acqua – i capitoli di approvvigionamento idrico e trattamento delle acque reflue – nel 2021 ammonta a 2,2 miliardi di euro, pari a 37 euro per abitante, meno della metà (-52,2%) dei 77 euro per abitante della spesa media Ue, un livello ampiamente inferiore rispetto ai 66 euro della Spagna e ai 74 euro della Germania e meno di un terzo dei 122 euro della Francia. Nella media degli ultimi dieci anni la spesa pubblica per la gestione dell’acqua in Italia si è ridotta di quasi un terzo (-30,5%), mentre è salita in Francia (+6,7%) e in Germania (+7%).
Le prospettive concrete di un razionamento dell’acqua danno un particolare significato alle perdite idriche che, dall’analisi dei dati pubblicati dall’Istat, sono pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete, equivalente all’89% dei consumi della manifattura. Se consideriamo il costo medio variabile per acquedotto della tariffa del servizio idrico, si stima un controvalore delle perdite di 2,9 miliardi di euro.